EPIPHAINO : recensione di Maria Rosa Grillo



"Epiphaino” di Guglielmo Campione è un volume di poesie caratterizzato da un uso sorprendente e colto della parola, una ricca parola poetica trilingue che è, ad un tempo, moderna e antica.

Non si ferma ad una sola lingua l'autore ma, perchè l'espressione sia compiuta, dà spazio alla traduzione (ad opera di Mariano Grossi) in quelle lingue che trasmettono i beni grandi della nostra cultura: il Greco antico ed il Latino.

“Epifania”, il componimento che apre la raccolta, allude significativamente all’indicazione di una “via diversa”, ad un cambiamento di sguardo, a un vedere che non consente più di “tornar per la via vecchia”.

È come un’introduzione a qualcosa di nuovo che al Poeta piace, a tutto ciò che via via si manifesta nei componimenti successivi: un mondo poetico fatto di figure e pensieri, di amore e dono, di acqua e odori, di stelle e vagabondaggi solitari, di attraversamenti infiniti, di luce e notte e sogni, di “tempo che va ribelle”.

Ed è una suggestione di versi, di immagini inusitate, è una ricchezza di metafore e arditi giochi di parole, un mare di sensazioni e di emozioni, una poesia elevata a incanto, che “canta la canzone della purezza” ed esprime desiderio e speranza di resurrezione.

L’avventuroso viaggio, che nel suo mondo il Poeta intraprende, consente di andare alla ricerca dell’essenziale, di scoprire “l’interdipendenza degli esseri e delle cose”, di fuggire da sé per poter tornare in sé, sapendo che quella fuga insegna a sentirsi non padrone ma a se stesso fratello.

Epiphaino : recensione di Alessia Di Luzio



"Epiphaino è un libro di poesie che definirei “psicoanalitico” nella struttura e nella scelta delle tre lingue.

La successione nella triade italiano, latino e greco infatti emula ,a mio parere, l’andamento di un'esperienza psicoanalitica in cui le sedute ,com'è noto ,si basano sul discorso, sulla ricerca dell'essenza di ciò che viene detto.

Una parola che cura e che stupisce ma anche una parola che viene analizzata , costantemente interrogata.

Tutto in Epiphaino come in un viaggio analitico è basato sulla parola e di volta in volta i Temi sono sviscerati attraverso di essa : passando da una lingua all’altra, lo stesso pensiero viene tradotto nell’arco della triade. “Novae cogitationes” s'intitola il IV canto : sempre nuovi pensieri si mettono in gioco ogni volta che sogniamo.

È l’inconscio manifesto di “sogni speziati” per dirla con Campione nel IV canto : il profumo del nuovo che si presenta. Come trovandosi dinanzi ad uno specchio, possiamo vedere le tre poesie italiana , latina e greca una difronte all’altra e ammirarne la diversità e l’uguaglianza al contempo, così attraverso di esse leggiamo lettere che tra loro si mescolano formando nuove parole: Prussia Borussia, Epifania Patefacio, non temo non metuo. L'essenza delle parole ci uniscono, collante di un’umanità divisa dalla Babele delle diverse lingue del mondo . Epiphaino ne è la manifestazione.

Leggere Epiphaino ci permette di fondere ciò che in apparenza sembra non appartenerci : le parole di ogni lingua.

Come scrive Campione : “Noi fedeli seguaci della parola di Apollo”.