Capa di ferro :recensione di Patrizia Grazioli


  Leggere questo libro ě come guardare un film realista,  scritto con il prezioso contributo della sensibilità dell'autore per la vita di chi lo ha sfiorato

Ě un realismo che si ammanta di magia spesso tracimando nelle  poesie, che fanno da contraltare al testo in prosa, in cui il classicismo e la passione rompono le barriere, tutte, anche quelle linguistiche.

In Capa di Ferro si susseguono episodi  in parte intuiti, in parte vissuti o solo scrutati da Campione, grande osservatore e maestro nel creare immagini molto vicine alla realtà di  luoghi e persone

Molto Belli, questi racconti, molto bello il suo modo  di raccontare

CAPA DI FERRO :recensione di Piero Ragone



A come Amicizia. 

A come Amore.

 Nell’alfabeto coniugato da Guglielmo Campione si parte  dall’inizio, da quel tempo che è appartenuto alla nostra generazione come a tutte le altre e che ha segnato un’altra A importante: l’Adolescenza, che bussava alla porta della Giovinezza.

Anni fondamentali e formativi gli anni 70 per ognuno di noi, per scoprire, tentare, aspirare, verificare. 

In una parola CRESCERE.

 Affermarsi nel tempo e nel luogo della propria esistenza provando a capirci qualcosa tra famiglia, scuola, gruppo degli amici e il“femminile”, quell’altra metà di mondo sconosciuto nel quale provavamo ad affacciarci, arrossendo da imbranati perseguitati dalle nostre insicurezze, ma tanto attratti e pieni di desideri mentre i più scaltri e sedicenti dotati se la tiravano, vantando “punti” che spesso non reggevano alla prova dei fatti.

Di quella stagione e di quel contesto sono stato temporaneo testimone e  solo nell'ultima parte protagonista quando da lucano di Salandra, studente “fuorisede”  ho cominciato la mia vita barese nel ’73.
Ho vissuto quegli anni e quell’atmosfera, dall’angolo di via Storelli, a un passo dal cancello del coraggio.
Erano gli anni delle scoperte musicali, dei concerti, dell’autocoscienza delle riunioni nei sottoscala, dei movimenti studenteschi, delle manifestazioni, della militanza politica. Volevamo cambiare il mondo e fare la rivoluzione, ma stavamo sperimentando dove finivano le vicende collettive per fare spazio ai dubbi privati.

Guglielmo Campione  da solido intellettuale e spirito libero ha rimesso mano a queste memorie riaprendo con fantasia i diari ingialliti, ripescando attori ed episodi di quello spicchio di mondo.
Dopo mezzo secolo, la nostra monumentale Amicizia resta integra e interessante. Non ha avuto bisogno di essere coltivata assiduamente o di essere annaffiata. E’ qualcosa di scolpito e incancellabile, perché sincera e ancora autentica.

Per questo non ho fatto fatica a leggere in 5 giorni le 430 pagine di “Capa di ferro”.

Voi ci avete provato???