Octapia è il secondo fantasy di Metamorfosi di questo autore che ho già avuto modo di apprezzare in Santina Favolla , la masciara bianca.
Chi legge viene affascinato dalla immensa capacità descrittiva e illustrativa di Campione che sembra dipingere i suoi romanzi come un pittore sulla sua tela, tanto ne cura la descrizione dei personaggi, degli ambienti, delle sensazioni .
Il racconto dell'immersione del giovane palombaro Nicholas e il suo abbandonarsi all’infinito della profondità degli abissi lasciandosi cullare dal silenzio e dai sapori del mare in un delicato percorso di analisi dei sensi è descritto con tanta maestria da far sentire chi legge parte dell’esperienza.
La valorizzazione della duplicità dell’essere, creature ibride donne per metà e mezzo a animali nella sua dimensione istintuale e razionale risente della formazione psicoanalitica di uno scrittore che conosce i meandri segreti dell’inconscio e della mente e ne coglie gli intrecci misteriosi . Così è nella catarsi della sessualità, nel pericoloso intreccio di anima e corpo, istinto e ragione, sogno e realtà, che nel catturare la preda e possederla, nasconde il pericolo della perdita del sé nella fusione con l’altro.
Il viaggio del giovane pescatore e le sue fantasie erotiche negli abissi della profondità del mare, il suo perdersi in una esperienza onirica vissuta ai confini della realtà sono di fatto metaforicamente un viaggio nell’inconscio e nella dimensione della sessualità.
Questa rappresentazione scenica, a tratti poetica, è indubbiamente una piacevole lettura per un pubblico raffinato.
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