Achille e la festa del 6 dicembre




Achille stava sognando di camminare lungo il segreto matroneo d'un'antica Basilica.
Da lì percorreva corridoi segreti che conducevano,attraverso strette scale a chiocciola, in parti segrete della chiesa da sempre nascoste allo sguardo dei più. Si sentiva in ansia per aver varcato quegli spazi ma il suo spirito assetato di conoscenza l'aveva spinto ad andare oltre, a varcare limiti e violare forse dei divieti. Era salito in quel grande contenitore di spazi labirintici per esplorarli da solo e non incontrava mai nessuno nel percorso del sogno ma nutriva sempre il presentimento che quei luoghi non fossero affatto disabitati: l'incontro, se mai, era lì per accadere.

Era immerso nei suoi sogni quando dallo smartphone risuonò "Music for Airport, part one" di Brian Eno .
Era la sua sveglia.
Si alzò ancora intontito e scostò le tende dalla finestra che dava sul mare. 
Era ancora buio. 
La casba pareva essersi svegliata con un' energia nuova che elettrizzava l'aria fredda delle ultime ore della notte.
Molto prima che il sole si alzasse, infatti, il lungomare era giá tutto un formicolio di vecchi e giovani armati di bastoni piumati adornati di immagini sacre e grandi taralli glassati, una marea montante di popolo che sciamava verso la grande Basilica sul mare ancora blu inchiostro e riempiva man mano gli stretti vicoli del borgo medioevale.

Avvolto nel calore del suo cappotto Achille uscì dal portone di casa sull'antica Muraglia e s'immerse in quel flusso di pellegrini e oranti.

La cioccolata calda che gli offrirono fuori da un basso non fu solo una consolazione dolce per quell'alzataccia ma una prima celebrazione profana, una calda e spontanea condivisione rituale con tutta la comunità del borgo.

La prima celebrazione nella Basilica iniziò prima dell'alba.
Achille entrò che la chiesa era giá gremita: il popolo si ritrovava lì, dopo un anno, unito nella fede e nella tradizione senza più distinzioni di etá e ceto, in una gestalt di volti ,sguardi ed espressioni serie, commosse, compunte.

Nello stesso momento , sotto i loro piedi, nella mistica cripta millenaria della Basilica, luogo della tomba del Santo , come un millennio prima Crociati e Re, s'inginocchiavano gli ortodossi russi,ucraini e greci pregando con lunghe e lente salmodie.
Una meditazione silenziosa in mezzo alla gioiosa festa che rumoreggiava lí fuori.

Al sorgere del sole, la statua del Santo, ballando sulle spalle dei portatori al ritmo della musica della banda, uscì dal portone centrale della basilica benedicendo il suo popolo. 

Dopo averlo seguito per un pezzo di strada, tornando verso casa per le sue bianche stradine, Achille incrociò due Maestre che, camminando verso la chiesa con le loro scolaresche in fila indiana, raccontavano loro, a voce alta come fossero in aula , la Storia della traslazione ad opera dei sessantadue marinai da mille anni sepolti nelle pietre della Basilica: un'antica storia di gare marinare con la Serenissima ,attraversando l'Adriatico e il Mar Egeo per impossessarsi delle antiche reliquie del Santo Vescovo Turco ,sepolto nella Licia di Myra. Chi avrebbe potuto allora immaginare, si chiese fra sè e sè Achille , che dopo quasi mille anni, in America, nel 1931 una fabbrica di bibite , la  Coca‑Cola avrebbe commissionato all'illustratore Haddon Sundblom di disegnare Babbo Natale per le pubblicità natalizie ispirandosi all'iconografia del Santa Klaus di tradizione Nord Europea? Il sacro venne profanato a scopo di lucro ,in puro stile capitalista, e venne inventato l'omone vestito di rosso, con una folta barba bianca che come San Nicola era portatore di doni.

Quella festa decembrina, insieme a quella di maggio dedicata all'anniversario della traslazione, erano invece giorni in cui ogni cittadino, al di lá di soldi e guadagni, rinsaldava ogni anno con lo stesso identico rito secolare, le sue radici più profonde nel racconto di un viaggio ormai mitico che attraversava i secoli, di padre e madre in figlio, annullando le divisioni umane e rafforzando il senso di appartenenza.

Cosí, sotto il cielo dell'antica Bari, con la Basilica di San Nicola alle spalle e di fronte l'azzurro dell'Adriatico, Achille ancora una volta si sentí grato di sentirsi grato d'appartenere a quella gente, la sua gente.


Guglielmo Campione

Santina Favolla,la Masciara bianca : una Favola Guida

 



Col passar degli anni sempre piú perdiamo la percezione dell' identità autentica delle favole-guida tanto che  esse possono apparirci oggi addirittura puerili.

Basta immergersi invece nella storia della "masciara bianca" Santina Favolla , fiaba che richiama le metamorfosi di Ovidio e il ciclo Camilleriano di Maruzza Musimeci, che subito si è proiettati in un tempo e un luogo in cui ci si trova che fare con questioni cruciali come il cammino personale della protagonista ,scelto per volontá e per destino, con lo scopo di esperire il mistero delle sue antiche origini familiari di maga ,guaritrice e fattucchiera popolare e cosí poter crescere,amare e lottare per trovare un proprio modo di essere unico e irripetibile , un vero senso nella propria vita e un vero proprio posto nel mondo.

Con la storia di Santina Favolla  si entra in un'antica dimensione animica dimenticata in un'era che sente invece l'urgenza di un'intelligenza artificiale.

Lo spazio tempo fiabesco di Santina è vero, perchè nei tempi antichi , altre donne, hanno esperito prima di lei il suo cammino di ricerca invece che trascorrere solo una vita fine a sè stessa  e poi lo hanno narrato perchè venisse tramandato nelle favole e potesse un giorno guidare altre donne e uomini nella ricerca del loro senso.

Come dentro ogni fiaba possiamo infatti leggere in Santina Favolla l'eterna storia della nascita, morte e rinascita di un'anima che scopre l'immortale veritá secondo cui chi non lotta per la ricerca della sua vera natura non potrá che convivere con un vuoto e isolato se stesso tagliato fuori dai legami di senso universali che gli assegnano invece un ruolo cruciale e una missione nella vita.


Santina insegna oggi che non c'è scampo infatti per le tante anime odierne ottuse dal consumismo e dalla vanitá del successo che si accontenta di sè:  

per sempre a loro sara preclusa ogni autentica e non effimera conquista di senso, nè mai potranno incontrare una nobile anima come Achille che incontra due nature, l'umana e la magica, in una donna come Santina e le accoglie entrambe , invece di porre aut aut o fuggire spaventato, permettendole di unificarsi. Nè per loro,alla fine della storia, ci potrá essere un discorso nuziale sapienziale dedicato "agli eletti dell'Imeneo" e una festa di nozze unica e magica come quella celebrata dalla vecchia medium,indovina e maga Eusapia da cui Santina erediterá i poteri spirituali e di guarigione.