Fulgenzia cuore di bosco, romanzo storico e di psicologia familiare : recensione di Marica Girardi


L’intuito creativo di Campione si sviluppa in questo suo nuovo romanzo storico intorno alle vicende del brigantaggio,fenomeno poco conosciuto e per nulla insegnato nelle scuole, ambientato nella metà dell’800 in una tenuta terriera di Spinazzola e nel borgo di Minervino murge, quando la Puglia apparteneva all' ex regno delle due Sicilie, in un contesto storico particolare come quello che segue l’Unità d’Italia.

Terra di conquiste e di valori profondi, la Puglia, paese che ha dato i natali all’autore e che egli custodisce con devozione nel suo cuore, spesso al centro dei suoi scritti, ritorna qui, dunque, in un'ambientazione ottocentesca

La Storia e la passione per le tradizioni popolari appaiono ingredienti importanti di questo romanzo caratterizzato da una gestalt in cui, sullo sfondo poco conosciuto del fenomeno del Brigantaggio, i personaggi danno voce al pensiero dell’autore.

Cosí la cultura classica e antica, la spiritualità e la scienza positivista dell'epoca si mescolano e si integrano in quest'opera con la cultura popolare che viene dalla vita quotidiana: le melodie antiche, le vecchie poesie e i ritornelli popolari tramandano la tradizione, in un connubio che unifica sacro e profano, scienza e magia.

Ricorrono  anche qui i temi della lotta per la libertá (La canzone che salvò Arax sul genocidio Armeno, Octapia sull'occupazione della Francia Normanna 1944) il pensiero magico e animistico(Santina Favolla ,Octapia e Donna Beatilla) con la saggezza dei semplici e il linguaggio del popolo: il bottegaio e “i uasta mestire”, i braccianti, i pastori insieme ai potenti , i proprietari terrieri e i nobili uomini di legge e di cultura.

Ma soprattutto ci sono le donne, sempre al centro e sempre protagoniste dei romanzi e dei racconti dell'autore: la donna di medicina, la sensitiva, la donna maieutica, la contadina, la sirena, la sarta ,la nobildonna.

Fulgenzia incarna un modello femminile emancipato, una donna che insegue il proprio pensiero libero e che trasgredisce il principale stereotipo che relegava la donna in un ruolo prevalente di regina del focolare alla ricerca di “dipendenza e accudimento” per incarnare un modello di donna battagliera e combattiva pur non rinunciando mai al proprio fascino seduttivo che anzi utilizza strategicamente al servizio della propria battaglia. La sua è una battaglia per la verità, per la ricerca di sé e delle proprie origini e per la difesa di un ideale sociale.

Fulgenza, giovane donna consapevole della propria avvenenza, non accetta subordinazioni nè privilegi legati alla sua bellezza e appartenenza nobiliare. La curiosità, la determinazione e il coraggio sono le qualità che appartengono a questa giovane protagonista e che quasi certamente rappresentano le qualità che il narratore apprezza di più nel genere femminile.

Una donna che, pur nella rivoluzionaria e trasgressiva figura che riveste (unica contessa in un ruolo di brigantessa), non rinuncia alla più antica tradizione, forse la più amata dall’autore, di una donna complice del proprio uomo, a cui si lega devota e che le fa dire in ultimo: ”Io con te vado dovunque amore mio”.

A mio parere dunque la particolare vicenda di Fulgenzia presenta interessanti  spunti di riflessione psicologica, come d'altronde lo stesso autore scrive nella post fazione psicoanalitica sul problema dei segreti e del disvelamento della veritá.


In particolare mi soffermerò qui di seguito su alcune osservazioni di psicologia familiare relative al tema delle adozioni e della ricerca della propria identitá nelle figlie adottive.

Ogni individuo nasce all’interno di relazioni tri-generazionali che lo legano inesorabilmente alle storie dei suoi avi, con vincoli di “lealtà invisibili silenziose, che condizionano tutto il sistema familiare, dall’ intergenerazionale al transgenerazionale (Ivan Boszormenyi- Nagy - Lealtà Invisibili).

È la chiave di ogni misterioso legame fra gli individui del passato che condizionano il  presente attraverso forme del parlare, del pensare, del sentire e del fare di cui gli individui hanno scarsa consapevolezza pur avvertendo di obbedire a ingiunzioni che sentono interiormente molto potenti .

Sono legami che trascendono la biologia e la consanguineità per valicare i confini a volte misteriosi della spiritualità e dall’animo umano .

Durante la mia lunga attività clinica sono spesso rimasta colpita analizzando molti genogrammi familiari , dalla ripetizione di eventi drammatici anche molto distanti tra loro nel tempo e se è vero che il destino del trauma è la ripetizione, ciò che stupisce ancor di più è che inspiegabilmente la storia si ripete uguale anche nei casi di figli/e adottivi nonostante “l'interruzione “della loro storia , i segreti e le bugie da parte delle famiglie adottive nel tentativo ingenuo di tutelare e proteggere il bambino dal suo passato traumatico attraverso la censura.

Questi drammi e segreti familiari che non vengono allo scoperto se non con il passaggio attraverso il dolore che si trasmette da una generazione all’altra , si rivelano in tutta la loro drammaticità nei figli adottivi che pur crescendo ed essendo allevati in contesti familiari non consanguinei portano profondamente i segni di questi antichi legami  in un vincolo di lealtà tanto potente quanto invisibile.

ll percorso psicologico dei figli adottivi alla ricerca di un sé differenziato e distinto spesso recupera dal passato figure significative, un nonno, uno zio oppure anche  un  genitore naturale ,anche se mai conosciuto, pur di riconoscersi come individuo unico e irripetibile.

Anzi la ricerca di se stessa diventa tanto più tormentata e talvolta trasgressiva quanto più aleggia il mistero sulle origini e la provenienza e su antichi segreti del passato.

Allo stesso modo Campione pone Fulgenzia di fronte al forte richiamo di una natura “altra” , ribelle, battagliera , a cui si scopre intimamente legata e che inesorabilmente la fa sentire più autentica e vera. Cosí decide di abbandonare la sua confort-zone e di rispondere a quel richiamo che viene dal profondo cercando il suo posto nel mondo : 

il luogo dove piú batte il suo cuore è nel bosco.


Marica Girardi

Psicoterapeuta familiare