Fulgenzia cuore di bosco : una visione della storia che rimette al centro le persone . Recensione di Genevieve Maltese.

 



Fulgenzia cuore di bosco è un romanzo scritto secondo una visione della storia che rimette al centro le persone con le loro vicende e i loro segreti familiari .

Come sottolineava Le Goff, "una storia è un racconto che può essere vero o falso, con una base di «realtà storica», o puramente immaginario, e questo può essere un racconto «storico» oppure una favola".

La storia non è solo come ci è stata insegnata, intenta a ruotare solo intorno a battaglie epocali, generali, imperi e conflitti religiosi ma anche come il  racconto della piccola vita di un essere umano mosso da sentimenti universali e senza tempo come la fame e la lotta per la sopravvivenza ,la creatività, la fede,  la paura e il desiderio di libertà, l’ambizione e l’amore, la fedelta politica, il potere.

Con il suo maestro Fernand Braudel e la rivista Les Annales, Le Goff aveva raccontato una storia dominata dall’infinitamente grande – cioè da fenomeni di lunga durata – e dall’infinitamente umano – singoli individui comuni , il cui vissuto, lascia traccia in fonti non ufficiali – ben lontana dal protagonismo delle istituzioni e dalle date-limite che fungono da strumento periodizzante.

In questa storia, la cultura è intesa non come idealistico e disincarnato spirito di un’epoca, ma come affabulazione, trasfigurazione in forma di mito, racconto e ideologia di paure, sogni, speranze prodotta dall’incontro-scontro tra individuo e collettività, tra classi subalterne e classi dominanti.

Solo infatti facendo nostra l’idea di una storia fatta di racconti di persone qualsiasi, di emozioni e di rapporti di forza possiamo leggere i miti che ci raccontano i destini di esclusione, le paure e il silenzio imposto ai più deboli oggi come ieri. 


(Immagine di Milo Manara)

Nessun commento: