Epiphaino : recensione di Cinzia Baldini






Come è nostra consuetudine, ormai, per le recensioni alle poesie di Guglielmo Campione inserisco il mio commento dopo quello di  Mariano Grossi che ha illustrato con la sua solita puntuale cura l’aspetto filosofico-religioso-culturale, psicologico e sociale dell’intensa ispirazione poetica di Guglielmo Campione.

Personalmente, da romantica, preferisco approfondire un altro aspetto più “trascurato”, si fa per dire, da Grossi  e sottopongo, quindi, ai lettori
“Nuovi Pensieri Su Di te”.

Nuovi Pensieri Su Di te
stasera
complimentandomi col miliardo di stelle
di questo cielo terreno
di porti e bordelli
dove l’amore
sbatte                
come una vela stracciata
su corde tese
da pirati e 
mercanti di sogni speziati.

L’interpretazione di questi versi potrebbe essere rivolta al Supremo come ad una donna. Se considerato nella sua accezione spirituale è il Sentimento per eccellenza, quello più alto, che porta il poeta a riscoprire, con animo grato, le bellezze del creato nonostante lo squallore tipicamente umano “di porti e bordelli”. E’ l’amore platonico verso una donna quando ispira “nuovi pensieri” e gli alleggerisce l’animo facendolo volare verso “sogni speziati”, promesse di gioie future. E’ l’amore fisico, carnale quando “sbatte come una vela stracciata su corde tese da pirati e mercanti”
Ma in Epiphaino c’è anche di più. 
C’è l’amore universale che tracima da molte liriche come per “Tempo che fugge”. Ed è l’amore profondo e intenso che alberga nel cuore del Campione e che lui getta, come un seme di speranza, nel fertile terreno della poesia per chiunque voglia raccoglierlo e farlo sbocciare, un esempio ne è “La mandorla dei suoi occhi”. 
C’è l’amore per le piccole cosein “Tu potrai”, per i gesti quotidiani “Nel fondo dei fondi”, per la sua terra in “Nicola cuore di popolo”. 
Non è un amore semplice perché è un sentimento fatto di fughe, di dolore e sofferenza ma anche di riscatto e pace, di solidarietà e fratellanza, di pacatezza e umiltà. E’, insomma, un amore a tutto tondo che commuove e incoraggia, rafforza lo spirito e rinvigorisce gli altri sentimenti positivi punzecchiando le coscienze in dormiveglia o precocemente appassite che hanno dimenticato la suggestione delle emozioni.

Oltre ad incoraggiare a leggere questo prezioso volume, posso aggiungere poco che non sia stato già detto e analizzato dal Grossi, approfondimento del quale condivido ogni parola. 

Lasciatevi cullare, dunque, dall’ars poetica personalissima di Guglielmo Campione. Dal suo stile classico, poco comune, spesso aulico ma sempre fine e ricercato. Non è snobismo, ve lo assicuro: è garanzia di eccellente poesia e godetevi anche le preziose nonché dirompenti e avvolgenti traduzioni dei medesimi versi, in latino e greco, di Mariano Grossi.

La lettura di Epiphaino è un’esperienza letteraria unica, che capita poche volte nella vita e che vi raccomando vivamente di fare.



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