Liceo Classico musicale linguistico Cirillo Bari.
Cattedra di Storia dell’arte : Prof.ssa Chiara Troccoli Previati.
Ofthalmos
seguiva da incomparabile distanza
la cerulea striscia
dipinta da tempo sul confine
lì dove Gea e Urano giungevano al più alto
affiatamento.
Così chiese a Thumos :
“E’ solo mia sensazione
veder svanire
il confine all’orizzonte
lì in fondo da sempre
ma ora spento
ghermito
cancellato
violato
oltrepassato
rotolato sul lato oscuro del pianeta ?”
Ma Quello rispose:
“Spento non è l’orizzonte
violato non è il confine
svanito non è il sogno.
Sono Io
Che Te ho capovolto
Ed ora
Sono Io
Quel che tu osservi.
Svanisce il confine illusorio
Ove non è più il rovescio del ricamo
Che tu rifletti
Ma l’accecante verità della trama!”
DE PEREUNTIBUS HORIZONTIBUS
Ex incredibili intervallo
caeruleam
lineam pictam
iam diu in
finibus
ubi Gaia Uranusque
maximam concordiam assequebantur
sequebatur Ophthalmus
quaesivitque ex Thymo:
“Est solum
sensus meus quidam
finem elabentem in
horizonte
illic in ima parte
in perpetuum,
sed nunc
exstinctum,
adreptum,
deletum,
violatum,
excessum,
in planetae latus
obscurum
devolutum
videre?”
At ille respondit:
“Exstinctus non
est horizon,
violatus non est
finis,
elapsum non est
somnium.
Ego sum qui te
supinavi et
nunc sum ille quem
tu observas.
Fallax finis
elabitur
ubi iam non est
contrarium acu picti
quod tu reverberas,
sed tramae caecans veritas!»
Περὶ τῶν ἀπολλυμένων ὁριζόντων.
Ὁ Ὀφθαλμὸς εἵπετο
ἐξ ἀπαραβλήτου διαστήματος
τῷ ἀεροειδεῖ ἴχνει ὑποτετυπωμένῳ ἐκ πολλοῦ χρόνου
ἐν τῷ ὅρῳ ἐνθάδε ὅπου ἡ Γαῖα καὶ ὁ Οὐρανὸς
κατελάμβανον τὴν
μεγίστην ὁμόνοιαν.
Ωὕτως ἠρώτησε τὸν
Θυμόν:
"Μόνον
ἐμαυτοῦ αἴσθησίς τίς ἐστι τὸ ἰδεῖν
ἀφανιζόμενον τὸν
ὅρον ἐν τῷ ὁρίζοντι ἐκεῖ κάτω ἀεί,
ἀλλὰ νῦν
ἀπεσβησμένον,
ἡρπασμένον,
διαγεγραμμένον,
διεφθαρμένον,
ὑπερβεβλημένον,
ἐπικεκυλισμένον
εἰς τὸν τοῦ
πλάνητος σκοτεινὸν μέρον;"
Ἀλλ'Ἀυτὸς ἠμείψατο:
"Ἀπεσβησμένος οὐχ ὁ ὁρίζων ἐστί,
διεφθαρμένον οὐχ ὁ ὅρος ἐστίν,
ἠφανισμένον οὐχ ὁ
ὄνειρός ἐστιν.
Ἐγώ εἰμι ὃς
κατέστροφά σε
καὶ νῦν ἐγώ εἰμι
ὃν σὺ σκοπεῖς.
Ἀφανίζεται ὁ
ἀπατηλὸς ὅρος ὅπου οὐκέτι ἐστί
τὸ τοῦ ποικίλματος
ἐνάντιον ὃ σὺ ἀνταυγεῖς,
ἀλλ'ἡ τῆς συναφῆς τυφλοῦσα ἀλήθεια"
Chiara Troccoli Previati
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Questa poesia parla di come
le nostre scelte e le nostre azioni possano influenzare il nostro
futuro. Per l’autore, nessun tipo di sogno è irraggiungibile. basta solamente
la costanza, la volontà e la determinazione per realizzare ciò che si
desidera e non bisogna mai essere troppo superficiali e frettolosi,
perché quando si crederà di essere arrivati al punto di arrivo, in realtà
poi ci si renderà conto che la strada è ancora lunga e che non bisogna
mai dare nulla per scontato.
Martina Lopez
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I versi di questa poesia esteriorizzano la profonda importanza nell’ostinarsi a seguire i propri sogni e nel perseverare nel raggiungimento dei propri obiettivi, dando importanza alle scelte intraprese nel presente che verranno poi riflesse nel futuro di ciascuno. La chiave di tutto secondo il poeta consiste nel non abbattersi, ma piuttosto affrontare la quotidianità senza frivolezza e soprattutto senza la giusta dote di riflessione, perchè in un futuro che con il tempo diventa sempre meno lontano, comprenderemo e rimpiangeremo ciò per cui non abbiamo lottato abbastanza e ciò che invece abbiamo dato per scontato.
Anita Caggianelli
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La profondità di questa poesia si concentra, attraverso diverse immagini, che la nostra vita e il raggiungimento di tutti gli obiettivi che ci prefiggiamo in questa, dipendono per tutto il tempo dalle nostre scelte concrete, da tutto ciò che attivamente facciamo per guadagnare i nostri traguardi e soprattutto raggiungerli all’orizzonte di cui parla il poeta.Il problema, però, nasce nel momento in cui non vogliamo combattere contro le numerose insidie della vita e decidiamo di limitarci ad un lavoro più approssimativo e superficiale che inizialmente può darci l’impressione di aver raggiunto l’orizzonte, ma quel confine illusorio prima o poi svanirà ed è lì che realmente vedremo l’”accecante verità della trama”, cioè la rivelazione della vita per come è. ciò significa che avremo già perso il tempo per poter recuperare tutto ciò che abbiamo lasciato e dato per scontato o semplice insieme a tutto ciò che non abbiamo fatto o lottato per guadagnarcelo.
Gaetano Fanelli
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La poesia scritta da Guglielmo
Campione è una metafora della vita.
Il poeta paragona il futuro
all’orizzonte dove si intravedevano i propri sogni e speranze.
L’orizzonte pian piano
svanisce lasciando degli interrogativi.
Rimane l’accecante verità
della realtà.
Giuseppe Fraddosio
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Secondo me questa poesia
fa riferimento ad un concetto di “azione-reazione”. Tutto quello che
facciamo deve servire per arrivare al nostro obbiettivo, tutto sta nel saper
prendere le decisioni giuste anche quando la situazione è difficile fino ad
arrivare “all’orizzonte”.
Il problema si crea quando
iniziamo a prendere decisioni sbagliate perché qualcuno ci coinvolge in modo
inopportuno o siamo noi che pian piano ci abbattiamo e quindi non siamo più
costanti.
Arriverà il momento in cui si
capirà che prendere volontariamente decisioni sbagliate ci ha portato su
un’altra strada che è ancora più insidiosa e lì capiremo che potevamo evitare
di sbagliare, perché ora rimetterci sulla buona strada richiederà ancora più
tempo.
Sta a noi scegliere la nostra
strada e come intraprenderla con l’obbiettivo di arrivare in cima e
scrutare l’orizzonte.
Alessandra Bellomo
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Questa poesia di Guglielmo
Campione fa riflettere sulla vita e sul raggiungimento degli obiettivi. L’autore
vuole farci intendere che essi saranno solo frutto delle nostre scelte, nei
nostri sforzi, del nostro presente che si rifletterà sul futuro e non bisognerà
mai essere superficiali, perché nel momento in cui penseremo di essere arrivati
al punto d’arrivo, all’orizzonte, esso svanirà e solo lì ci renderemo conto che
in realtà la strada è ancora lunga e l’orizzonte è ancora lontano.
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Dopo aver letto più volte
queste brevi righe, posso dedurre che l'intento di Campione era quello di farci
comprendere che la “trama della nostra vita” si baserà su tutte le
scelte, su tutti i sacrifici, su tutti i problemi e gli ostacoli risolti;
il futuro di ognuno di noi è lo specchio del nostro presente. lui parla
anche di sogni, come se non ci fossero sogni inarrivabili, bisogna solo
applicare perseveranza, studio e caparbietà; queste sono le chiavi del
nostro successo.
Lorenzo Loconte
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In questa poesia Guglielmo Campione,
vuole farci capire come le nostre decisioni influiscano sul nostro futuro; Guglielmo dice anche che non esistono dei sogni irraggiungibili, anzi, per
arrivarci c’è bisogno di volontà, studio perché questo segnerà il nostro futuro
e la strada che percorreremo. potrà anche essere difficile ed insidiosa, ma
solo lì capiremo di aver sbagliato, cercando di raggiungere la strada giusta, facendoci
capire di non aver lottato abbastanza per i nostri obiettivi e avendoli dato
per scontato.
Martina Cassano
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E’ incredibile quanto l’arte
riesca in poco tempo a farci arrivare dei significati talmente forti,
importanti attraverso i mezzi che essa ha a disposizione.
L’immaginazione dell’arte
scultorea, le parole di una poesia, la melodia di una canzone.
Le tre opere di cui parlerò
adesso sono tutte accomunate dallo stesso significato che mi permetto di
riassumere in poche righe: affrontare la vita così com’è, così come si
presenta, con i suoi lati positivi e negativi e fare tesoro di entrambi,
soprattutto di quelli negativi, perché sono quelli che ci rimangono di
più. non abbattersi, non fermarsi al primo ostacolo che si pone di mezzo
al nostro cammino ma al contrario, andare avanti perché solo con sudore e
fatica si possono raggiungere grandi risultati, magari anche quelli che
noi sognavamo soltanto. riporto alcune frasi che mi hanno colpito di più della
canzone “senza monito (con affetto)” di Troccoli:
“Sarà proprio il trampolino di
lancio
e capire che il mondo va
affrontato”
“cercare sempre di essere
migliori”
“scoprire di non essere
affogato”
Frasi allusive, a tratti forti
accompagnate da una melodia grintosa che vuole incitare, vuole far
prendere coraggio a chi l’ascolta. lo stesso la poesia “degli orizzonti che
periscono” da “Epiphaino” di Guglielmo Campione, dalla quale traggo gli
ultimi versi che cambiano totalmente la visione della poesia
stessa:
“Sono io
che te ho capovolto
ed ora
sono io
quel che tu osservi.
svanisce il confine
illusorio
ove non è più il rovescio del
ricambio
che tu rifletti
ma l’accecante verità della
trama!”
In poche parole Campione vuole
comunicarci di non fermarci a quello che noi vediamo poiché anche ciò che
ai nostri occhi si dimostra negativo in realtà può essere visto da una
prospettiva diversa, che può rivelarsi come un’opportunità per conoscere
la verità.
Domenico Lombardi
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Questa poesia fa riflettere
sulla vita e sul raggiungere i determinati obiettivi.
L’autore vorrebbe farci
presente che gli obiettivi da raggiungere, saranno solo frutto delle nostre
scelte, dei nostri sforza, di ciò che facciamo ora e che ci servirà in
futuro.
Non bisogna essere
superficiali e non bisogna mai pensare di essere arrivati all’obbiettivo, perché
è proprio lì che crolla tutto, bisogna sempre continuare e migliorare perché
la salita è ancora lunga .
Davide Orofino
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La poesia tratta dalla
raccolta Epiphaino “Degli orizzonti che periscono”, scritta dallo psichiatra
Guglielmo Campione parla di come i nostri sogni possono essere realizzati se
solo ci crediamo realmente, senza mollare mai, con costanza e
determinazione perché quando crederemo di essere arrivati al nostro
obbiettivo ci rendiamo conto che non siamo ancora giunti all’orizzonte, che la
strada è ancora lunga. crederci fino in fondo è la chiave del successo.
Damiano Minenna
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La poesia intitolata “Degli
orizzonti che periscono” credo contenga nel suo titolo gran parte del proprio
significato. gli orizzonti a cui il poeta fa riferimento sono la terra ed il
cielo che si incontrano, e pare che quel punto di intersezione tra i due segni
la fine di qualcosa, ma poi questo è infinito. i dubbi che sorgono a thumos
sono normali, perché sembra che davvero guardando la linea d’orizzonte tra
maree cielo tutto finisca. al tempo stesso colui che risponde ha ragione in
quanto noi pensiamo che finisca, e che non ci sia più nulla; noi crediamo che
un sogno possa finire o che un confine delimiti qualcosa anche quando la terra
continua il suo cammino naturale. siamo noi che decidiamo cosa guardare, e quel
confine, quella linea che crediamo delimiti tutto è solo una nostra illusione
che dobbiamo abbattere.
Andrea Lupelli
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Chiara Troccoli Previati è nata a Bari nel 1958.
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