Achille stava sognando di camminare lungo il segreto matroneo d'un'antica Basilica.
Da lì percorreva corridoi segreti che conducevano,attraverso strette scale a chiocciola, in parti segrete della chiesa da sempre nascoste allo sguardo dei più. Si sentiva in ansia per aver varcato quegli spazi ma il suo spirito assetato di conoscenza l'aveva spinto ad andare oltre, a varcare limiti e violare forse dei divieti. Era salito in quel grande contenitore di spazi labirintici per esplorarli da solo e non incontrava mai nessuno nel percorso del sogno ma nutriva sempre il presentimento che quei luoghi non fossero affatto disabitati: l'incontro, se mai, era lì per accadere.
Era immerso nei suoi sogni quando dallo smartphone risuonò "Music for Airport, part one" di Brian Eno .
Era la sua sveglia.
Molto prima che il sole si alzasse, infatti, il lungomare era giá tutto un formicolio di vecchi e giovani armati di bastoni piumati adornati di immagini sacre e grandi taralli glassati, una marea montante di popolo che sciamava verso la grande Basilica sul mare ancora blu inchiostro e riempiva man mano gli stretti vicoli del borgo medioevale.
Avvolto nel calore del suo cappotto Achille uscì dal portone di casa sull'antica Muraglia e s'immerse in quel flusso di pellegrini e oranti.
La cioccolata calda che gli offrirono fuori da un basso non fu solo una consolazione dolce per quell'alzataccia ma una prima celebrazione profana, una calda e spontanea condivisione rituale con tutta la comunità del borgo.
La prima celebrazione nella Basilica iniziò prima dell'alba.
Achille entrò che la chiesa era giá gremita: il popolo si ritrovava lì, dopo un anno, unito nella fede e nella tradizione senza più distinzioni di etá e ceto, in una gestalt di volti ,sguardi ed espressioni serie, commosse, compunte.
Nello stesso momento , sotto i loro piedi, nella mistica cripta millenaria della Basilica, luogo della tomba del Santo , come un millennio prima Crociati e Re, s'inginocchiavano gli ortodossi russi,ucraini e greci pregando con lunghe e lente salmodie.
Una meditazione silenziosa in mezzo alla gioiosa festa che rumoreggiava lí fuori.
Al sorgere del sole, la statua del Santo, ballando sulle spalle dei portatori al ritmo della musica della banda, uscì dal portone centrale della basilica benedicendo il suo popolo.
Quella festa decembrina, insieme a quella di maggio dedicata all'anniversario della traslazione, erano invece giorni in cui ogni cittadino, al di lá di soldi e guadagni, rinsaldava ogni anno con lo stesso identico rito secolare, le sue radici più profonde nel racconto di un viaggio ormai mitico che attraversava i secoli, di padre e madre in figlio, annullando le divisioni umane e rafforzando il senso di appartenenza.
Cosí, sotto il cielo dell'antica Bari, con la Basilica di San Nicola alle spalle e di fronte l'azzurro dell'Adriatico, Achille ancora una volta si sentí grato di sentirsi grato d'appartenere a quella gente, la sua gente.
Guglielmo Campione