Donna Beatilla letta da Chiara Troccoli Previati




Apriamo questo nuovo libro di Guglielmo Campione, poeta e prosatore prolifico, dai variegati interessi, ed entro la prima pagina conosciamo già Donna Beatilla. Dopo poche righe entriamo a capofitto nel cuore del racconto e ne siamo rapiti per una frase, frutto della saggezza popolare della protagonista, aforisma che diventa presto l’anima vera di questa storia. Un’anima profonda che pesi a poco a poco e ti resta dentro marchiata a fuoco.

A breve fanno capolino gli altri personaggi, Carmelina, Proserpina, Dolores, pennellate a piccoli tocchi e via via tratteggiate sempre più finemente: lavorano nella Sartoria con Donna Beatilla, ognuna un gioiello diverso ma tutte quasi figlie per la maestra di taglio e ricamo. Come in un edificio a pianta centrale con colonne disposte in senso radiale tutto converge al centro quasi con forza centripeta, così qui tutti i personaggi ruotano attorno alla protagonista e relazionandosi con lei ne fanno affiorare il vissuto personale, la saggezza conquistata, l’equilibrio e la fermezza del carattere che spiazzano ma affascinano chiunque la va ad incontrare.

A ciascuno Donna  Beatilla dispensa la sua filosofia del quotidiano che traghetta con austera semplicità verso pensieri profondi e ampie riflessioni: uno stupore preannunciato già nella affermazione chiave, proposta a chi legge, fin dall’inizio del racconto ma che si arricchisce via via di ulteriori scandagli sul senso ultimo della vita e sull'idea di verità.

Dispensatrice di consigli, di moniti ed esortazioni, custode di memoria familiare, è scevra da superstizioni e frivolezze perché comprende quanto il ‘tempus breve est’ e come la vita sia un’altalena di conquiste e rinunce tra cui sapersi barcamenare per mantenere l’equilibrio che ti dona serenità interiore.

Alle clienti della sua raffinata sartoria, nella quale è coadiuvata dalle tre fidate fanciulle, ciascuna con un carattere e una propria  specificità nell’affiancamento a Donna  Beatilla, la protagonista offre anche risposte ai consulti su temi decisivi, con la consueta modalità aperta, quasi come un rebus, che lascia macerare dentro chi la interroga e serba  la sua risposta sibillina nel cuore.

In ogni contesto narrativo, come di consueto, Campione ci svela con certosina precisione luoghi, epifanie di ambienti quali la sartoria, il convento, la campagna di famiglia, un pranzo di nozze e così via, che accolgono i personaggi di volta in volta con la naturalezza che meglio li possa caratterizzare e rappresentare.

In una dualità espressiva ormai consueta, il nostro autore inserisce come bottone madreperlaceo in asola perfetta, la poesia, alternandola allo scorrere della narrazione in prosa. Qui si inseriscono come giri in giostra, racconti mitologici, temi di filosofia orientale, leggende popolari, per impreziosire un tessuto narrativo già di per sé accattivante.

Punto culminante nello svolgersi degli eventi è il dialogo tra Donna Beatilla e il priore del Convento francescano del paese, Padre Geronimo, il quale fa convocare la donna preoccupato della sua ingerenza in ambiti propri delle relazioni ecclesiastiche: lei è chiamata al capezzale dei moribondi o viene consultata prima di un matrimonio. La preoccupazione più profonda riguarda l’eventuale uso di pratiche misteriche e superstiziose che la Chiesa vuol spazzar via. Qui, nell'àcme, il lettore è colpito dalla grandezza della figura del Priore, il quale ha l’umiltà di confrontarsi senza pregiudizi con questa donna non colta ma profondamente saggia e pregna di fede, che è stata capace di cucirsi addosso, punto per punto, un habitus profondamente cristiano. Questo non sfugge all'avveduto   Priore, uomo di larghe vedute.

Uno snodo narrativo fondamentale che ci conduce verso un poetico finale.

La vita fa il suo corso e le apprendiste di Donna Beatilla, una ad una, iniziano il loro cammino di vita autonomo, trattenendo nell’animo gli insegnamenti della loro maestra. 

Le ultime pagine sono pregne di filosofia essenziale, naturale, meditata e vissuta; oggetto di riflessione per il lettore e specchio dell’animo dello scrittore.

Un finale commovente e poetico ci lascia chiudere il libro con un senso di ricchezza e compiacimento. 


Buona lettura!


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