L'AEROPORTO NATO DA UNA VISIONE
Immagini di grande potenza narrativa
,conducono alla riflessione sulla perdita di conferimento di Senso
dell'esistere nella nostra civiltà. Dopo poche righe ti trovi immerso in una
atmosfera surreale!
Da leggere e rileggere!!!
E che chiusura magistrale!!
Gabriella
Campione
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Dalla prima riga ci si sente risucchiati nel racconto, davanti agli occhi
scorrono proprio quei luoghi così finemente descritti.
Le immagini delineate da ogni personaggio per descrivere questo luogo
visionario disegnano ogni volta uno spazio diverso, complice la molteplicità
della realtà e la complessità della mente umana, in un'operazione svolta anche
da Calvino ne "Le Città invisibili". Un racconto che ha la forza di
trasportarti in tanti posti pur rimanendo in uno solo. “Voi siete onda e diventate uno con l'acqua di cui siete composti"
come dice Thich Nhat Hanh, monaco buddhista.
Questo racconto ci fa sentire onda e poi acqua coinvolgendoci pienamente nella
sua trama.
Un racconto leggero come l'aria, forte come il fuoco, solido come la Terra
e trascinante come un'onda e, per questo, completo. Ha tutto ciò che può
coinvolgere un lettore dall'inizio alla fine!
Martina Ottaviano
Si beve tutto d'un fiato.
Il target finale della quarta parte riecheggia le tematiche branduardiane
dolcissime e metafisiche accennate giá ne "La fiera dell'Est".
Bellissimo il confronto tra il nocciolo pragmatico-settoriale occidentalissimo
dei visitatori e quello noetico-globalistico-orientalistico di Salajar che ha
nel suo nome il richiamo a als/alos che in Latino diviene Sal/ salis, elemento
fondantemente peculiarissimo nell'elemento acquatico primordiale. Se invece
l'etimo del nome della guida ha un'altra simbolistica verrebbe da pensare al
verbo salio che poi ibericamente indica l'idea del distacco, della partenza,
dell'allontanamento.
Mariano Grossi
Evocativo, simbolico,affascinante.
L'essere Assoluto, eterno immobile di Parmenide si declina nelle quattro Radici
di Empedocle che rievoca l'acqua di Talete, fonte primigenia di vita
rigenerazione e purificazione.Passato , presente e futuro coesistono in una
sorta di perenne intreccio. La Sapienza antica si rinnova nella ricerca
scientifica moderna
Lina Arrigo
Nei racconti di Campione ritrovo la comprensione e la conoscenza del
conflitto natura-cultura, che dissocia e poi riunifica nel simbolo inconscio,
dove TUTTO È UNO, simmetricamente.
Stella Morgese
L’UOMO
PESCE
un viaggio nelle umide profondità dell'io
,immagini acquatiche di una immersione /ricerca che si lascia trasportare dal moto Continuo
delle Onde ,moltiplicando all'infinito i propri spazi interiori.
Affascinante e coinvolgente !
FINISCI IL TUO CAVALLO.
Che cosa immedesima l’autore al
destriero in disarmo tanto da popolarne transitivamente/immediatamente la
mente? Sul ponte che è di per sé sema di passaggio…al tramonto…Guglielmo nasce
per il simbolo, vive in esso e con esso! Vicino alle sirene, effigi dell’illusione
…al crepuscolo…E in questa stasi crepuscolare tutto, natura inanimata, vegetale
ed animale si fa riflesso e interfaccia di un sé stesso barcollante. L’invito a
finire se stessi, specchio di un antico galoppatore/stallone in rottamazione,
scandito dal coro della physis circostante sembra poi in stupendo aprosdòketon
(altro bagaglio tipico del Guglielmo profondo conoscitore del dramma classico)
ribaltarsi nel semanticissimo baluginio del satellite terrestre rischiarator
del buio! Guglielmo passa ripido e rapido: sappiatelo cogliere! E’ una sfida
continua!
MARIANO GROSSI
Un minuto di intenso trasporto tanto
che sono riuscita a vedere, come fosse reale, quel tramonto vermiglio.
Questo racconto,ti prende per mano e
ti conduce su di un set onirico ,vibrano forte le parole come fossero
pennellate energiche e visionarie di un dipinto di van ghog
Martina Ottaviano
THE HARLOT
Quante dentali in questo titolo esplosivo come il suo contenuto!
All'autore sembra piaccia accostare
sacro e profano (chiesa/battona) e simboleggiare la vitalità della natura in
una pulsione accoglitiva/invasiva che reitera l'eterno mito dell'androgino.
Ed è estremamente pregnante il fatto
che questa didassi della ricomposizione maschio/femmnina avvenga proprio sul
piazzale di quell'istituto che storicamente ha fustigato e castrato
demonizzandolo quell'empito. Anche la pittorica finale nuvola/palo ricalca l'allegoria
utero/fallica che permea tutto il naturalismo semantico del filo forte
compositivo. Piacevolissimo!
Mariano Grossi
Questo racconto,ti prende per mano e
ti conduce su di un set onirico ,vibrano forte le parole come fossero
pennellate energiche e visionarie di un dipinto di Van Ghog
MARTINA OTTAVIANO
FINALE DI UN DISCORSO
Un lampo questo racconto! una odorosa carezza attraversa il neutro
territorio matematico .Chiusa la cartelletta,il pubblico conserverà traccia di
quel Profumo e Nulla sarà più come prima!
MARTINA OTTAVIANO
Dicotomia fulminea della razionalità
e dell'istinto fisicizzata dallo scienziato simbolo di una fugace ribellione
notturna alla tirannide della ragione.Infanzia/maturità,profumo carnale (rosa
mulieris imago)/dominio sui sensi custodito dalla stereotipia della disciplina
più scevra d'impulsività.
Orchidea (il fiore della
spermaticità) contro alambicco, il condensatore dei vapori bollenti!
Amor contra solitudinem.
E la bellissima immagine in clausola
con la duplice felinità racchiusa nel cuore del protagonista: il phélex
razionale lasciato in sala conferenze, quello "amoripeto" appena
uscitone!
Mariano Grossi
LA LETTERA OTTUSA
Intenso ed evocativo e bellissimo il paragone della pagina che frigna e
pista i piedi come un bambino viziato. Un racconto che nasconde dietro di sè un
romanzo...
Cinzia Baldini
Ancora Guglielmo alla ricerca di un
sema, a far capolino tra significanti e significati. Il foglio frignante è la
risposta dell'impulso donativo alla logica della contrattualizzazione della
vita, il diniego di un ingabbiamento e la vittoria della spontaneità. L'animo
muliebre inesausto di interrogativi sull'ter umano è il no ad ogni
inquadramento logico che le righe di quella carta rappresentano. E il rotolare
della cellulosa ottusa (da ob + tundo, battuta apertamente, percossa e
ripercossa tanto da divenire insensibile alle sollecitazioni)verso il destino
pirico delle rose e delle spine rappresenta la vittoria del cuore sulla mente,
poiché il muscolo cardiaco sa che egli vince la logica dell'interesse, della
razionalità e, perché no, della morte, intesa come mera trasformazione di uno
stato pregresso.
Mariano Grossi
Quel foglio aveva bisogno per aver
parola , della seconda nascita. Mi pace il simbolismo sotteso,lettura
piacevole.
Elisabetta
Polatti
Il tentativo mai tralasciato di mettere
ordine nella relazione amorosa .Voler conferire senso alla "sgrammatica
"delle emozioni. Questo racconto è fortemente intimo!
Gabriella Campione
Ricerca di senso nel non senso; unica certezza nulla si distrugge tutto si
trasforma
Ottima l'umanizzazione del foglio,cifra dell'esistenza umana.
Lina Arrigo
L’ANGELO E LE FRAGOLE DI LESBO
La simbologia fallica che traspare da tutto il racconto dell'autore e quel
suo legame fisiologico eccitativo con la natura da lui direttamente
sperimentato (i legni amari che la protagonista annusa dalla nuca del
protagonista, gli olivi e i vitigni di Plomari, e palme fiancheggianti il viale
d'accesso dell'alcova, i frutti di bosco emblema fallico estremo nella loro
eritrologia cromatica) non è tema nuovo per chi conosce il poetare oltre che il
prosare di Guglielmo: la mixis natura-sesso è la stessa di "Africa",
suo flash sensualissimo nella prima parte (la più erotica) della silloge
"Il lungo cammino del fulmine": "Africa negli occhi e tu nel
cuore: palme tra le dita le tue burrose gambe"...Africa, Lesbo, Egeo, mari
equatoriali...torna contemporaneamente il tema dell'acqua, della fluidità
convogliatrice delle pulsioni primordiali più genuine e tutti i frutti ivi
citati sono fonti di liquidi vitali omnicomprensivamente spermatici ancora in
simbologia anulare! Un virtuoso dell'allusione e del sema!
Mariano Grossi
L'attesa che si fa compimento.
Straordinario il ritmo di questo racconto.
Un tempo morbido e lieve che si fa sempre
più denso fino ad innalzare, nella
chiusura, un canto liberatorio .
Gabriella Campione
FREDDO COME UN SILENZIO CALDO COME UN
BRODO
Nota dell’autore
La tematica è senz'altro quella di Pigmalione e di Narciso : tener presenti
solo i propri bisogni e conformare tutto a quello ma anche quello della bella
addormentata , tematica della nuova nascita, della conoscenza di sé e del
mettere al mondo sé stessi come sosteneva Lou Salome in tema di narcisismo .
Un minuto nel quale viaggiare sotto
maglioni deformati, assenze di stile, pulsioni elementari,odio, sguardi e
candele.. Un minuto solo per conoscere tutto ciò! Gradevolissima lettura!
Antonella Risolo
La crudezza del corpo come la
crudezza dell'animo umano. Qui sentimenti forti si intrecciano in un breve
racconto ricercato.
Daniela Ajovalasit
Un interessantissimo pezzo
confezionato con fine penna psicologica da Guglielmo Campione .Pigmalione e
Galatea : è in quest’accenno mito-filologico, che riscontreremo l’originalità
dell’approccio di Guglielmo, autore e psicanalista capace di penetrare il mito
nei suo anfratti psichici più reconditi (ed al professionista della materia ben
noti) per dar vita ad un abbozzo di idea letteraria autonoma e volutamente
ribaltante.
S’intersecano gli accoppiamenti sinestetici (il grigiore del cielo senza
vento dei pensieri- muta sorrideva- silenzio di ghiaccio- esercito di pensieri)
in questo breve racconto di Guglielmo in un matrimonio formale e sostanziale
inesausto. Ma quando parliamo di sinestesia non lo facciamo solo in chiave di
mero registro delle figure retoriche organicamente inserite nel tessuto
connettivo del racconto, bensì perché tutto esso pare una perfetta miscellanea
sagacemente ribaltata della scena ovidiana del mito di Pigmalione . Assieme a
questo , il racconto adombra un altro grande mito gravido di riferimenti
psicologici , quello di Narciso , soprattutto nella scena dello schiaffo che fa
sanguinare chi lo infligge , come se vennisse dato alla sua immagine riflessa.
Mariano Grossi
Un racconto ben strutturato che
delinea sin da subito i personaggi, ognuno nascosto come può dalla
consapevolezza di sé: dietro un maglione sformato e convinzioni solo
all'apparenza forti. Il cuore della storia è il ribaltamento della situazione,
un'insofferenza che diventa liberazione, una lezione non data ma ricevuta, una
bambina "triste e scontenta" che diventa madre accogliente. La chiave
è un contatto fisico violento, uno schiaffo, che alla lettura fa vibrare anche
l'anima e genera nello stesso lettore una sorta di catarsi.
Martina Ottaviano
Interessante creazione! ritrovare la
propria metà,la madre, comporta una rottura un sanguinamento. Solo allora
l'immagine prima goffa ma pure invitante,vestirà la vestaglia del protagonista
era lo condurrà all'Agape della ritrovata unità dove lei si farà cibo sacro di
lui per nutrire un essere nuovo.
Elisabetta Polatti
I controluce della scena danno il
senso pieno ai sensi delle parole, agli aspetti dei gesti. Che stile!
Stella Morgese
Il grande dottore ha psicoanalizzato
Galatea...
Il concetto di
pensare solo a sé dando vita all'oggetto amoroso: la bella statua di Galatea fu
creata da Pigmalione come supremo ideale di bellezza, se la costruisce a suo
piacimento e che poi grazie alla dea Afrodite riesce a sposare.
Alessia Di Luzio