Ho letto con curiosità il romanzo di Guglielmo Campione, mio compagno di Liceo Classico al Q.Orazio Flacco di Bari , ma soprattutto fedele rievocatore dei comuni ricordi della trascorsa giovinezza Barese, ritrovandomi per incanto nella realtà descritta di quei tempi in cui noi adolescenti, a seconda delle passioni coltivate: suonavamo, “posavamo” e cercavamo di scoprire l’amore.
L’atmosfera è quella giusta ed i suoi personaggi, con le sfumature ironiche che li caratterizzano, sono uno spaccato dei diversi contesti familiari, dai quali si cercava di evadere per seguire le proprie emozioni ed aspirazioni.
Il pianeta femminile la faceva comunque da padrone ed era al centro della curiosa morbosità dei giovani inesperti quanto desiderosi di esplorarlo, giungendo quasi a ritualizzarlo per scoprire le più segrete vie per potervi accedere.
La puntuale memoria presente nel racconto ,dei quartieri della Città, dei personaggi conosciuti o semplicemente immaginati e dei luoghi frequentati, rappresenta l’ideale palcoscenico sul quale mostravamo ogni giorno della nostra giovinezza, il gioioso desiderio di vivere e conoscere il mondo.
Ma ancor più colpisce nel racconto, l’exursus storico del popolo Armeno, abilmente tratteggiato dall’Autore che ne coglie l’essenza, non mancando di risaltare la naturale vocazione all’accoglienza del capoluogo Pugliese, che costituisce da sempre crocevia internazionale e porto sicuro dove approdano uomini e donne in cerca di un futuro per i loro figli.
L’epilogo è proprio questo: una bella ragazza Armena che fugge dal suo passato e dalla violenza della terra natia, diventando subito protagonista ammirata ed ambita, per la sua bellezza misteriosa, tra suoi coetanei, prima di ritrovare la consapevolezza della realtà dalla quale nel finale viene bruscamente riassorbita.
Grazie Guglielmo, per questo gesto di amore verso Bari ed i suoi simboli, ma soprattutto per averci reso durante la lettura del Tuo libro, di nuovo protagonisti di momenti spensierati che all’epoca non coglievamo appieno, ma che ancora oggi restano impressi nei nostri cuori.
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Vito Straziota è nato a Bari il 6 settembre 1957, dove ha frequentato il Liceo Classico “Quinto Orazio Flacco”.
Vincitore di Concorso per l’ammissione all’Accademia della Guardia di Finanza, dopo i regolari Corsi Ordinari e di Applicazione, ha conseguito i Diplomi di Laurea in Scienze Politiche–indirizzo Internazionale –presso l’Università" La Sapienza” di Roma ed in Scienze della Sicurezza Economic– Finanziaria presso l’Università di Roma – Tor Vergata.
Durante la sua carriera, nel corso della quale è stato promosso Generale di Brigata, ha svolto molteplici incarichi operativi ed addestrativi presso i Reparti del Corpo dislocati in ambito nazionale.
Dal settembre del 2020 è in congedo e risiede in Abruzzo con la sua famiglia.
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