RECENSIONI DEI RACCONTI TRATTI DA GUGLIELMO CAMPIONE "IL DOPPIO CANTO DELLA CIVETTA " ,LUOGHI INTERIORI EDITROE

 






L'AEROPORTO NATO DA UNA VISIONE

 

Immagini di grande potenza narrativa ,conducono alla riflessione sulla perdita di conferimento di Senso dell'esistere nella nostra civiltà. Dopo poche righe ti trovi immerso in una atmosfera surreale!

Da leggere e rileggere!!!

E che chiusura magistrale!!

Gabriella Campione

 

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Dalla prima riga ci si sente risucchiati nel racconto, davanti agli occhi scorrono proprio quei luoghi così finemente descritti.

Le immagini delineate da ogni personaggio per descrivere questo luogo visionario disegnano ogni volta uno spazio diverso, complice la molteplicità della realtà e la complessità della mente umana, in un'operazione svolta anche da Calvino ne "Le Città invisibili". Un racconto che ha la forza di trasportarti in tanti posti pur rimanendo in uno solo. “Voi siete onda e diventate uno con l'acqua di cui siete composti" come dice Thich Nhat Hanh, monaco buddhista.
Questo racconto ci fa sentire onda e poi acqua coinvolgendoci pienamente nella sua trama.

Un racconto leggero come l'aria, forte come il fuoco, solido come la Terra e trascinante come un'onda e, per questo, completo. Ha tutto ciò che può coinvolgere un lettore dall'inizio alla fine!

 

Martina Ottaviano 

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Si beve tutto d'un fiato. 
Il target finale della quarta parte riecheggia le tematiche branduardiane dolcissime e metafisiche accennate giá ne "La fiera dell'Est". 
Bellissimo il confronto tra il nocciolo pragmatico-settoriale occidentalissimo dei visitatori e quello noetico-globalistico-orientalistico di Salajar che ha nel suo nome il richiamo a als/alos che in Latino diviene Sal/ salis, elemento fondantemente peculiarissimo nell'elemento acquatico primordiale. Se invece l'etimo del nome della guida ha un'altra simbolistica verrebbe da pensare al verbo salio che poi ibericamente indica l'idea del distacco, della partenza, dell'allontanamento.

 

Mariano Grossi 

 

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Evocativo, simbolico,affascinante. L'essere Assoluto, eterno immobile di Parmenide si declina nelle quattro Radici di Empedocle che rievoca l'acqua di Talete, fonte primigenia di vita rigenerazione e purificazione.Passato , presente e futuro coesistono in una sorta di perenne intreccio. La Sapienza antica si rinnova nella ricerca scientifica moderna

Lina Arrigo 

 

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Nei racconti di Campione ritrovo la comprensione e la conoscenza del conflitto natura-cultura, che dissocia e poi riunifica nel simbolo inconscio, dove TUTTO È UNO, simmetricamente.

 Stella Morgese 

 



L’UOMO PESCE


un viaggio nelle umide profondità dell'io ,immagini acquatiche di una immersione /ricerca che si lascia trasportare dal moto Continuo delle Onde ,moltiplicando all'infinito i propri spazi interiori.

Affascinante e coinvolgente !

Gabriella Campione

 

 

FINISCI IL TUO CAVALLO.

 

Che cosa immedesima l’autore al destriero in disarmo tanto da popolarne transitivamente/immediatamente la mente? Sul ponte che è di per sé sema di passaggio…al tramonto…Guglielmo nasce per il simbolo, vive in esso e con esso! Vicino alle sirene, effigi dell’illusione …al crepuscolo…E in questa stasi crepuscolare tutto, natura inanimata, vegetale ed animale si fa riflesso e interfaccia di un sé stesso barcollante. L’invito a finire se stessi, specchio di un antico galoppatore/stallone in rottamazione, scandito dal coro della physis circostante sembra poi in stupendo aprosdòketon (altro bagaglio tipico del Guglielmo profondo conoscitore del dramma classico) ribaltarsi nel semanticissimo baluginio del satellite terrestre rischiarator del buio! Guglielmo passa ripido e rapido: sappiatelo cogliere! E’ una sfida continua!

 

MARIANO GROSSI

 

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Un minuto di intenso trasporto tanto che sono riuscita a vedere, come fosse reale, quel tramonto vermiglio.

Questo racconto,ti prende per mano e ti conduce su di un set onirico ,vibrano forte le parole come fossero pennellate energiche e visionarie di un dipinto di van ghog

Martina Ottaviano 

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THE HARLOT

 

 

 Quante dentali in questo titolo esplosivo come il suo contenuto!

All'autore sembra piaccia accostare sacro e profano (chiesa/battona) e simboleggiare la vitalità della natura in una pulsione accoglitiva/invasiva che reitera l'eterno mito dell'androgino.

Ed è estremamente pregnante il fatto che questa didassi della ricomposizione maschio/femmnina avvenga proprio sul piazzale di quell'istituto che storicamente ha fustigato e castrato demonizzandolo quell'empito. Anche la pittorica finale nuvola/palo ricalca l'allegoria utero/fallica che permea tutto il naturalismo semantico del filo forte compositivo. Piacevolissimo!

 

Mariano Grossi

 

 

Questo racconto,ti prende per mano e ti conduce su di un set onirico ,vibrano forte le parole come fossero pennellate energiche e visionarie di un dipinto di Van Ghog

 

MARTINA OTTAVIANO

 

 

 FINALE DI UN DISCORSO


Un lampo questo racconto! una odorosa carezza attraversa il neutro territorio matematico .Chiusa la cartelletta,il pubblico conserverà traccia di quel Profumo e Nulla sarà più come prima!

 MARTINA OTTAVIANO

 

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Dicotomia fulminea della razionalità e dell'istinto fisicizzata dallo scienziato simbolo di una fugace ribellione notturna alla tirannide della ragione.Infanzia/maturità,profumo carnale (rosa mulieris imago)/dominio sui sensi custodito dalla stereotipia della disciplina più scevra d'impulsività.

Orchidea (il fiore della spermaticità) contro alambicco, il condensatore dei vapori bollenti!

Amor contra solitudinem.

E la bellissima immagine in clausola con la duplice felinità racchiusa nel cuore del protagonista: il phélex razionale lasciato in sala conferenze, quello "amoripeto" appena uscitone!

Mariano Grossi 

 

 

 

LA LETTERA OTTUSA

 

Intenso ed evocativo e bellissimo il paragone della pagina che frigna e pista i piedi come un bambino viziato. Un racconto che nasconde dietro di sè un romanzo...

Cinzia Baldini

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Ancora Guglielmo alla ricerca di un sema, a far capolino tra significanti e significati. Il foglio frignante è la risposta dell'impulso donativo alla logica della contrattualizzazione della vita, il diniego di un ingabbiamento e la vittoria della spontaneità. L'animo muliebre inesausto di interrogativi sull'ter umano è il no ad ogni inquadramento logico che le righe di quella carta rappresentano. E il rotolare della cellulosa ottusa (da ob + tundo, battuta apertamente, percossa e ripercossa tanto da divenire insensibile alle sollecitazioni)verso il destino pirico delle rose e delle spine rappresenta la vittoria del cuore sulla mente, poiché il muscolo cardiaco sa che egli vince la logica dell'interesse, della razionalità e, perché no, della morte, intesa come mera trasformazione di uno stato pregresso.

 

Mariano Grossi 

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Quel foglio aveva bisogno per aver parola , della seconda nascita. Mi pace il simbolismo sotteso,lettura piacevole.

 

 Elisabetta Polatti

 

Il tentativo mai tralasciato di mettere ordine nella relazione amorosa .Voler conferire senso alla "sgrammatica "delle emozioni. Questo racconto è fortemente intimo!

Gabriella Campione

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Ricerca di senso nel non senso; unica certezza nulla si distrugge tutto si trasforma

Ottima l'umanizzazione del foglio,cifra dell'esistenza umana.

Lina Arrigo

 

 

L’ANGELO E LE FRAGOLE DI LESBO

 

La simbologia fallica che traspare da tutto il racconto dell'autore e quel suo legame fisiologico eccitativo con la natura da lui direttamente sperimentato (i legni amari che la protagonista annusa dalla nuca del protagonista, gli olivi e i vitigni di Plomari, e palme fiancheggianti il viale d'accesso dell'alcova, i frutti di bosco emblema fallico estremo nella loro eritrologia cromatica) non è tema nuovo per chi conosce il poetare oltre che il prosare di Guglielmo: la mixis natura-sesso è la stessa di "Africa", suo flash sensualissimo nella prima parte (la più erotica) della silloge "Il lungo cammino del fulmine": "Africa negli occhi e tu nel cuore: palme tra le dita le tue burrose gambe"...Africa, Lesbo, Egeo, mari equatoriali...torna contemporaneamente il tema dell'acqua, della fluidità convogliatrice delle pulsioni primordiali più genuine e tutti i frutti ivi citati sono fonti di liquidi vitali omnicomprensivamente spermatici ancora in simbologia anulare! Un virtuoso dell'allusione e del sema!

Mariano Grossi

 

L'attesa che si fa compimento.

Straordinario il ritmo di questo racconto.

Un tempo morbido e lieve che si fa sempre più denso fino ad innalzare, nella
chiusura, un canto liberatorio .

Gabriella Campione

 

FREDDO COME UN SILENZIO CALDO COME UN BRODO

 

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Nota dell’autore


La tematica è senz'altro quella di Pigmalione e di Narciso : tener presenti solo i propri bisogni e conformare tutto a quello ma anche quello della bella addormentata , tematica della nuova nascita, della conoscenza di sé e del mettere al mondo sé stessi come sosteneva Lou Salome in tema di narcisismo .


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Un minuto nel quale viaggiare sotto maglioni deformati, assenze di stile, pulsioni elementari,odio, sguardi e candele.. Un minuto solo per conoscere tutto ciò! Gradevolissima lettura!

Antonella Risolo 

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La crudezza del corpo come la crudezza dell'animo umano. Qui sentimenti forti si intrecciano in un breve racconto ricercato.

 

Daniela Ajovalasit 

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Un interessantissimo pezzo confezionato con fine penna psicologica da Guglielmo Campione .Pigmalione e Galatea : è in quest’accenno mito-filologico, che riscontreremo l’originalità dell’approccio di Guglielmo, autore e psicanalista capace di penetrare il mito nei suo anfratti psichici più reconditi (ed al professionista della materia ben noti) per dar vita ad un abbozzo di idea letteraria autonoma e volutamente ribaltante.

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S’intersecano gli accoppiamenti sinestetici (il grigiore del cielo senza vento dei pensieri- muta sorrideva- silenzio di ghiaccio- esercito di pensieri) in questo breve racconto di Guglielmo in un matrimonio formale e sostanziale inesausto. Ma quando parliamo di sinestesia non lo facciamo solo in chiave di mero registro delle figure retoriche organicamente inserite nel tessuto connettivo del racconto, bensì perché tutto esso pare una perfetta miscellanea sagacemente ribaltata della scena ovidiana del mito di Pigmalione . Assieme a questo , il racconto adombra un altro grande mito gravido di riferimenti psicologici , quello di Narciso , soprattutto nella scena dello schiaffo che fa sanguinare chi lo infligge , come se vennisse dato alla sua immagine riflessa.

Mariano Grossi 

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Un racconto ben strutturato che delinea sin da subito i personaggi, ognuno nascosto come può dalla consapevolezza di sé: dietro un maglione sformato e convinzioni solo all'apparenza forti. Il cuore della storia è il ribaltamento della situazione, un'insofferenza che diventa liberazione, una lezione non data ma ricevuta, una bambina "triste e scontenta" che diventa madre accogliente. La chiave è un contatto fisico violento, uno schiaffo, che alla lettura fa vibrare anche l'anima e genera nello stesso lettore una sorta di catarsi.

Martina Ottaviano 

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Interessante creazione! ritrovare la propria metà,la madre, comporta una rottura un sanguinamento. Solo allora l'immagine prima goffa ma pure invitante,vestirà la vestaglia del protagonista era lo condurrà all'Agape della ritrovata unità dove lei si farà cibo sacro di lui per nutrire un essere nuovo.

Elisabetta Polatti 

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I controluce della scena danno il senso pieno ai sensi delle parole, agli aspetti dei gesti. Che stile!

Stella Morgese 

 

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Il grande dottore ha psicoanalizzato Galatea...

Il concetto di pensare solo a sé dando vita all'oggetto amoroso: la bella statua di Galatea fu creata da Pigmalione come supremo ideale di bellezza, se la costruisce a suo piacimento e che poi grazie alla dea Afrodite riesce a sposare.

 

Alessia Di Luzio

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