Sguardo: Franz Von Stuck, Stelle cadenti, 1912
si vede bene solo con il cuore,
perchè l’essenziale è invisibile agli occhi
(Antoine de Saint-Exupéry)
Tu mi hai rapito il cuore, sorella mia, sposa, tu mi hai rapito il cuore con un solo tuo sguardo.
Cantico dei Cantici,4:9
“Anche se la finestra è la stessa, non tutti quelli che vi si affacciano vedono le stesse cose:
la veduta dipende dallo sguardo.”
Alda Merini
C’è un primato dello sguardo umano, insostituibile, che va incontro, che esprime, che risponde, che illumina e stabilisce una relazione, la costruisce.
Lo sguardo ha una preminenza sugli altri gesti: il riverbero della luce. Ha per questo un potere maggiore e la luce di cui uno sguardo fa esperienza, emana da quello sguardo. Quando lo sguardo è colto da stupore si vive un’esperienza eccezionale. Allora il soggetto non è solo illuminato ma diventa lui fonte d’illuminazione.
E’ particolarmente interessante che questo avvenga, nell’opera che ho scelto, durante una notte stellata, a ribadire che la luce di uno sguardo può essere presente anche nel buio.
Il pittore e sua moglie si sono predisposti a stupirsi e si sono seduti sull’erba di una collinetta, di notte, sotto un meraviglioso cielo stellato. In fondo, sulla destra, dietro alle dune, si intravede il mare. Il cielo stellato occupa i tre quinti della composizione e comprende una miriade di stelle col loro alone luminoso intorno, più vicine e nitide, più lontane e ridotte a un puntino; alcune appaiono addirittura di fuoco. In questo modo l’artista, se pur con tocchi fugaci riesce a darci l’impressione della rotondità e dell’immensità del cielo. Ma lo stupore in se’ e per sé è sempre imprevedibile e qui l’incanto è dato soprattutto dalla presenza di due stelle cadenti che lasciano una importante scia di luce, la famosa polvere di stelle, ognuna delle quali traccia un arco. Proprio verso questo punto dell’immensità della notte stellata, rivolge il suo sguardo la donna, attonita e immersa nell’armonia dell’infinito dal quale si lascia stupire, ancora una volta. Un cielo stellato è di tutti, ma non tutti lo vanno a cercare, non si può possedere ma ci cambia lo sguardo interiore e può fare di noi delle persone migliori.
Quello che rende particolare questo coinvolgente dipinto è che l’uomo non sta guardando anche lui verso il cielo ma ha lo sguardo rivolto verso la moglie ed è proteso delicatamente nella sua direzione. Il cielo stellato lo vede in lei, attraverso lei, attraverso i suoi occhi. Lui guarda nello sguardo stupito di lei e simultaneamente lo stupore prende anche lui. Questa scelta dell’artista ci induce a riflettere: quanto si può comunicare con uno sguardo, soprattutto se si è in sintonia? Si può guardare con gli occhi di un altro? Avete mai detto a qualcuno cui volete bene – ti presto i miei occhi, guarda tu anche per me!- Credo che quando ci esercitiamo a guardare l’oltre, anche attraverso gli occhi di un altro, ci apriamo a una dimensione che affina la nostra condizione umana e accresce la nostra speranza cristiana.
PABLO NERUDA
Se tu mi guardi con i tuoi occhi
dai quali mi viene incontro la tenerezza
e se io guardandoti con i miei occhi
ti faccio spazio dentro di me,
in questo incrocio di sguardi
che riassume milioni di attimi e di parole,
in questo scambio silenzioso
che per entrambi è guardare e lasciarsi guardare,
in questo penetrare l’uno nell’altro
nel tempo con benevolenza,
ci è dato tessere la reciprocità di questo amore
e forse la gratuità.
Nessun commento:
Posta un commento